Il nostro sistema previdenziale è complesso e molte volte non si conoscono tutte le misure che permettono di avere un assegno pensione più alto.
La Legge di Bilancio 213/2023 ha introdotto la pace contributiva in via sperimentale, che permette di coprire i buchi contributivi dovuti a periodi non lavorati, ad esempio tra un contratto parziale a un altro.

Il massimo dei contributi che si possono riscattare è di cinque anni. Quest’opportunità scade il 31 dicembre 2025. Analizziamo i requisiti per accedere alla pace contributiva.
Assegno pensione più alto con la pace contributiva
La Circolare dell’INPS n. 69 del 2024 e la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 5 del 2024, illustrano gli aspetti previdenziali e fiscali. Questa misura è su richiesta e ha un onere di riscatto a carico del richiedente. In generale il costo della pace contributiva è proporzionale all’ultimo stipendio, ad esempio se un lavoratore percepisce un RAL di 30mila euro, un anno di contributi può costare circa 10mila euro.

Inoltre, i lavoratori che non hanno versato contributi antecedente al primo gennaio 1996, ricadono interamente nel calcolo della pensione con il sistema contributivo, e potranno chiedere il riscatto dei periodi non coperti da contributi, compresi i periodi tra due contratti lavorativi. Il limite massimo che si può richiedere è di cinque anni, anche per periodi non continuativi.
La pace contributiva è destinata ai lavorati dipendenti sia del settore pubblico sia del settore privato, e ai lavoratori autonomi. In tutti i casi i lavoratori non devono aver un’anzianità contributiva al 31 dicembre1995. Inoltre, non devono essere titolari di una pensione. In pratica la pace contributiva consente di pagare i contributi in autonomia fino a un massimo di cinque anni, in questo modo la pensione sarà più alta a fine carriera.
Ma quanto costa la pace contributiva? Il costo è regolato dal dlgs 187/1997 ed è equiparato al riscatto ordinario. Pertanto non ci sono agevolazioni, il costo varia in base all’ultima retribuzione percepita al momento della richiesta all’INPS.
L’INPS considera l’ultima retribuzione percepita negli ultimi dodici mesi lavorati prima della richiesta di riscatto, più alto è lo stipendio, più alto è l’onere di riscatto. La pace contributiva è valida solo per il biennio 2024-2025, i versamenti potranno essere pagati in un’unica soluzione o suddividi in centoventi rate mensili. L’importo non potrà essere inferiore a trenta euro e senza aggravio di interessi.
Chi ha dei periodi in cui non ha versato contributi, la pace contributiva è un meccanismo che permette di aumentare il montante contributivo e percepire un assegno pensione più alto. Ma questa possibilità scade il 31 dicembre 2025.