Pensioni a rischio, allarme nuovi esodati: cosa cambia con la Manovra di Bilancio

Il governo sembra sia intenzionato a non bloccare l’incremento di tre mesi per tutti i contribuenti ma a limitarlo.

Si tratta solo di una determinata platea e il 2027 rischia di diventare un anno particolare per molti di loro. Oltre, naturalmente, al rischio per numerosi contribuenti di rimanere esclusi dallo stop.

il premier giorgia meloni
Pensioni a rischio, allarme nuovi esodati: cosa cambia con la Manovra di Bilancio – urlodellascuola.it

Il rischio concreto è quello di dover attendere tre mesi in più per andare in pensione e c’è anche chi si troverà nella condizione di diventare un nuovo esodato, termine coniato ai tempi della riforma Fornero, quando l’inasprimento dei requisiti previdenziali portò alcuni lavoratori a rimanere senza pensione e senza stipendio per un lungo periodo. Ed è proprio ciò che potrebbe accadere nel 2027 a una nuova categoria di persone. Il sistema previdenziale in Italia non trova mai pace.

L’allarme lanciato dalla CGIL sul rischio potenziale di nuovi esodati nel 2027 rischia di trasformarsi in realtà per molti contribuenti. A gennaio 2025, l’INPS ha aggiornato il simulatore delle pensioni presente sul proprio sito istituzionale, una prassi che si ripete ogni anno poiché da un esercizio all’altro cambiano alcune condizioni previdenziali. Tuttavia, l’aggiornamento del gennaio 2025 ha suscitato forti polemiche, finendo al centro delle critiche della CGIL.

Rischio esodati nel 2027: niente pensione e niente stipendio

L’INPS, aggiungendo automaticamente i tre mesi previsti dalla legge Fornero in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita, lasciò intendere che tutto fosse ormai deciso e che l’inasprimento fosse una misura certa e imminente.

uomo conta i soldi nel portafogli
Rischio esodati nel 2027: niente pensione e niente stipendio – urlodellascuola.it

All’epoca, la CGIL accusò l’INPS di aver aggiornato il simulatore senza attendere le decisioni del governo, e lo stesso esecutivo di aver di fatto avallato in anticipo l’incremento dei requisiti. Le polemiche furono aspri, tanto che l’istituto fu costretto a correggere rapidamente i simulatori. In base alla riforma Fornero, infatti, ogni due anni i requisiti per la pensione vengono adeguati all’aumento della speranza di vita della popolazione. Tuttavia, serve un decreto del governo per confermare tali aumenti.

Il governo, più volte, ha dichiarato di voler evitare l’aumento automatico, ma probabilmente interverrà con salvaguardie limitate e selettive. Di fatto comporteranno per la maggioranza dei lavoratori l’incremento di tre mesi sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata. Per avere certezze, sarà necessario attendere il varo del decreto o della legge di Bilancio. Se davvero i requisiti aumenteranno nel 2027, si creeranno nuove sacche di esodati, proprio come in passato.

Niente blocco per tutti, però: l’aumento dovrebbe entrare in vigore come previsto dall’adeguamento biennale. Tuttavia, potrebbero esserci alcune. Tra le ipotesi allo studio, si parla di bloccare l’aumento per chi, nel 2027, avrà compiuto 67 anni di età. Oppure di introdurre finestre di decorrenza del trattamento pensionistico lasciando invariati i requisiti anagrafici.

I soggetti più a rischio sono coloro che rientrano nei piani di scivolo aziendale che prevedono un accompagnamento alla pensione a carico delle imprese. Le aziende che hanno accettato di farsi carico del prepensionamento — anche se formalmente le prestazioni sono erogate dall’INPS — lo hanno fatto calcolando la pensione a 67 anni, non a 67 anni e tre mesi.

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