Si allunga il congedo parentale: per figli fino al compimento dei 14 anni

Il congedo parentale si allunga sia nei giorni che nell’età del minore: queste e altre importanti novità nella bozza della Legge di Bilancio.

Decidere di avere figli è una scelta complessa, ponderata e spesso rimandata. I genitori medi hanno bisogno di liquidità e tempo libero, due cose che nelle aziende non è sempre facile ottenere. A tutelarli ci sono i congedi parentali, quelli che fino a oggi hanno permesso di difendere diritti e tutele spesso dati per scontati.

Madre, padre e due figli adolescenti che ridono sul divano
Si allunga il congedo parentale: per figli fino al compimento dei 14 anni – urlodellascuola.it

Tuttavia, non è raro che quei 5 giorni l’anno non bastino, e che il supporto serva anche oltre i 12 anni del figlio. Tutte necessità che il Governo non può più ignorare, nemmeno a livello finanziario: un genitore che non lavora, nel XXI secolo, equivale a liquidità insufficienti. E liquidità insufficienti significano ISEE bassi, bonus da erogare e una società che, di fatto, continua a penalizzare soprattutto la parte femminile.

Da qui la nascita di diverse idee, ora messe nero su bianco nella bozza della nuova Legge di Bilancio, in questi giorni sotto la lente d’ingrandimento.

Congedi più lunghi e incentivi per chi sostiene la genitorialità

In queste ore il caos mediatico si sta focalizzando sul fatto che la tredicesima detassata non è diventata realtà come si ipotizzava nelle scorse settimane. Eppure, qualche piccolo passo avanti sembra comunque in programma. Tra le novità più significative della nuova Legge di Bilancio c’è appunto l’estensione del congedo parentale: ogni genitore potrà richiederlo fino al compimento dei 14 anni del figlio, e non più solo fino ai 12.

Omini di legno (famiglia) e martello giudice
Congedi più lunghi e incentivi per chi sostiene la genitorialità – urlodellascuola.it

Un cambiamento che riconosce come la necessità di tempo e presenza non finisca con la scuola elementare, ma accompagni l’intero percorso di crescita, anche quando i figli sono già abbastanza grandi da cavarsela da soli – almeno in apparenza.

Si allungano anche i giorni di assenza per malattia, che passano da 5 a 10 all’anno per ciascun genitore, da utilizzare in modo alternato. E non solo per i bambini piccoli: la tutela, anche in questo caso, coprirà la fascia dai 3 ai 14 anni. È una misura semplice, ma che per molte famiglie significa potersi fermare senza sensi di colpa quando un figlio ha bisogno, senza dover ricorrere a ferie forzate o giustificazioni inventate all’ultimo momento.

Accanto a questi interventi, la manovra riconferma gli incentivi per le aziende che assumono madri lavoratrici, ma potenziata: decontribuzione totale fino a 8.000€ l’anno per chi dà un impiego a donne con almeno tre figli minorenni. Un modo per alleggerire il costo del lavoro e incoraggiare il rientro delle madri nel mercato, soprattutto dopo lunghi periodi di pausa.

Quindi sì, magari non tutti rimarranno soddisfatti delle decisioni prese, ma si spera che a piccoli passi si possano quantomeno ottenere meno ostacoli tra famiglia e lavoro, e una visione finalmente più moderna della genitorialità. Perché oggi conciliare le due cose non dovrebbe più essere un privilegio. Eppure lo è per molti.

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